la cosa più sorprendente del libro è senza dubbio il passato punk-rock dell’autore (cantante di quei carter USM di cui devo pure avere qualche cd), che poco si sposa con una storia assolutamente innocua e priva del minimo scossone a livello di stile narrativo.
dietro al (brutto) titolo si nasconde un tema sempre più frequente nella narrativa e fondamentalmente originale – nel senso che dostoevsky non ha proprio avuto la possibilità materiale di cimentarcisi – in virtù dell’al…lungamento della vita media.
spesso, come in questo caso, declinato in chiave comica, è comunque quello della solitudine e della inadeguatezza degli anziani.
la storia è la classica vicenda (ormai inflazionata) del vecchietto che si lancia in improbabili avventure.
ma al di là di qualche sorriso – dovuto ad una riuscita ambientazione nella provincia inglese in cui il negozio del rigattiere è il fulcro della vita sociale del paese – e dell’inevitabile parte malinconica (o giovane infermiera, perché non ti innamori di me?), le pagine scivolano mia in maniera non memorabile.
(lo sponsor ha preferito il product placement in masterchef e noi abbiamo cancellato la marca, tiè!)
andrea sartorati
