Patrick Modiano, Nel caffè della gioventù perduta

64751_10203784362382373_817404310255079105_n

Allora: dovevo colmare la lacuna Modianò, e mi sono presa un po’ di libercoli tra cui questo. Storia della giovane Louki, una ragazza in fuga (cioè una pazza totale a mio avviso) la cui storia è raccontata da lei e da vari punti di vista… Di persone che cercano di scoprire il suo mistero ma nessuno forse lo scoprirà (tranne me, e cioè come ho scritto, è pazza). Il tizio scrive bene, e il personaggi sono ben caratterizzati ma devo dire che a pagina 43 ho pensato “che palle!” (sono andata avanti perché le pagine sono 117 e ce la si può fare). Proseguo con la lettura degli altri…

Ivana Vignato

Philip Roth, Lamento di Portnoy

roth

MI dovevo riprendere dalla lettura soporifera di Modianò, e cosi mi sono letta un libro di Roth che non conoscevo, vale a dire Lamento di Portnoy.
Scritto veramente bene (certo, Roth non ha vinto il premio Nobel nonostante lui e i suoi fan se lo aspettino da un momento all’altro, ma ha vinto una valangata di altri premi…) l’ho trovato ironico e di scorrevole lettura (ci sono un po’ di scene osè e qualcuna parecchio spinta, ma alla fine ci sta, considerando di cosa tratta il romanzo.
Il protagonista, Portnoy appunto, è sul lettino del suo analista e inizia un lungo monologo sulla sua vita, raccontando della famiglia ebrea, la madre ossessionante e esperta di sensi di colpa, il padre obiettivamente un po’ sfigato e la sua ribellione alla religione e alle convinzioni della famiglia.
Portnoy è molto sarcastico nella sua valanga di pensieri, e alcuni passaggi mi hanno fatto davvero divertire (certo, non mi sono sbellicata dalle risate, ma sani “sorrisi a denti stretti” un po’ radical chic me li ha strappati…si tratta pur sempre di Roth)

Ivana Vignato