Ivan S Turgenev – Padri e figli

 

« Un nichilista è un uomo che non si inchina dinnanzi a nessuna autorità, che non presta fede a nessun principio, da qualsiasi rispetto tale principio sia circondato. »

padri

ogni tanto pure si deve leggere un classico (sopratutto io che di classici, a dire la verità, ne ho letti pochini).
Dal titolo uno si aspetta, magari, un libro ponderoso e pesante… poi lo legge e scopre che si sbagliava e che il libro, tra le tante qualità, è anche divertente.
Come anticipa il titolo la storia ruota (ma è una semplificazione estremamente ingenua) sul contrasto generazionale nella Russia di fine 800, la cui società è descritta in modo incantevole.
I figli non ne escono benissimo…
Ha un incipit magistrale.

Francesco M. Landolfi

Padri e figli è un romanzo dello scrittore russo Ivan Sergeevič Turgenev., ed è probabilmente la sua opera più famosa e importante. In essa si affronta la tematica del nichilismo, nella sua accezione ateistica, materialistica, positivistica e rivoluzionaria, una tematica che verrà ripresa, approfondita, criticata dalla letteratura russa degli anni 60′ del XIX secolo in maniera estensiva. Non a caso l’opera scatenò diverse polemiche in Russia, e non solo, che costrinsero Turgenev a dare spiegazioni e, di fatto, a diradare la sua attività letteraria.

Capolavoro narrativo di Turgenev, l’opera che gli procurò gloria e popolarità in Occidente, e nel contempo le più grandi amarezze in patria, per le violente e ingiuste polemiche che fece scaturire. Quando nella casa di campagna di Nikolaj Kirsanov arriva il figlio Arkadij con l’amico Evgenij Bazarov, si delinea subito il conflitto tra vecchie e nuove generazioni. Audace e radicalissimo negatore, ma solo in linea teorica e verbale, di tutti i valori tradizionali cari ai padri, Bazarov, l’eroe di questo romanzo, è il primo “nichilista”, il primo rivoluzionario russo degno di questo nome. Alla richiesta di dare finalmente alla letteratura russa un eroe attivo, Turgenev rispose creando non una figura idealizzata, ma “un lupo”, un personaggio enigmatico che egli stesso non sapeva se amare o no, dando risalto alla sua superiorità rispetto all’ambiente che lo circondava e alla propria assenza di tendenziosità nel raffigurarlo.