Israel Singer – I fratelli Ashkenazi @LibriLonganesi #IsraelSinger

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Quanto godimento in questo bellissimo librone di Israel Singer.
Storia di due gemelli ebrei, totalmente diversi sia nell’aspetto che nel carattere e anche nel destino.
Ambientato prevalentemente a Lodz (Polonia), assieme alle sorti dei fratelli, ne descrive lo sviluppo industriale della città e il successivo declino in un periodo che va dalla fine dell”800 fino alla fine della 1° guerra mondiale.
I personaggi sono caratterizzati magnificamente, li vedi proprio attraversare un periodo storico che è stato molto importante per l’europa orientale. Descrive dettagliatamente le rivolte operaie che hanno poi portato alle rivoluzioni russe.
Al di là della storia, che pure è bellissima, il libro merita per la descrizione accurata del tessuto sociale e delle condizioni della classe operaia. Soddisfatta.

raffaella giatti

DESCRIZIONE

Ogni giorno che il Signore regala al creato, Reb Abraham Hirsh Ashkenazi, commerciante di stoffe e capo della comunità ebraica di Lodz, lo zucchetto in testa e una barba lunga quanto l’esilio, siede alla scrivania del suo piccolo ufficio scuro e medita sui sacri testi cercando di trarne saggezza da dispensare alle schiere di commercianti ebrei che fanno ressa alla sua porta. Poco più di uno shtetl tra i tanti nella Polonia di fine Ottocento dominata dalla Russia, Lodz pullula in quegli anni di mercanti provenienti da ogni parte dell’impero. In questo piccolo e operoso mondo, nascono i due figli di Reb Hirsh Ashkenazi, opposti nel carattere fin dalla prima infanzia: Jakob Bunin, vitale e generoso, E Simcha Meyer, introverso e abile negli affari. Il turbine della vita porterà Jakob ad affermarsi con il suo talento di comunicatore, mentre Simcha, miscuglio di cupidigia e lungimiranza che tutto travolge in nome del profitto, sarà protagonista di una spregiudicata ascesa economica. Attorno a loro, tra la fine dell’Ottocento e il primo conflitto mondiale, si svolgono le grandi vicende della Storia e gli eventi minimi di una folla di personaggi uniti dalla comune spiritualità ebraica, che sfocia in conflitti generazionali, al punto di indurre i giovani a un progressivo allontanamento dalla tradizione dei padri, fino a esperienze estreme come la rivoluzione, la negazione degli affetti familiari e l’affermazione dell’individualismo assoluto. Per Jakob e Simcha, divisi per quasi tutta la loro vita, il risultato è il distacco dal giudaismo, con la conseguente perdita della propria identità per costruirsi una rispettabilità borghese. Ma tutto è inutile, destinato al fallimento. Insieme al capitalismo si sgretolano i destini di uomini e donne travolti dal tempo e dalla Storia. Dei fratelli Ashkenazi, riuniti in un ultimo, disperato abbraccio, non resterà che l’infinita vanità del tutto. Israel Joshua Singer racconta la grandiosa e feroce epopea borghese degli ebrei polacchi in un romanzo insieme corale e individuale, nel solco del grande realismo ottocentesco ma percorso dalle inquietudini del Novecento: un magistrale affresco che si pone come il pendant ebraico de I Buddenbrook di Thomas Mann, e che spiega perché il premio Nobel Isaac Singer disse dell’amato fratello: «Sto ancora imparando da lui e dalla sua opera».

 

I.J. Singer – La famiglia Karnowski

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Ho letto parecchi libri di Isaac Singer, ma non avevo mai letto niente del fratello Israel. Da appassionata di saghe, “la famiglia Karnowski” di Israel ha attirato la mia curiosità soddisfacendomi in pieno.
La storia inizia in un paesino polacco ai primi del ‘900 con David il capostipite che si trasferisce a Berlino con la moglie per sfuggire all’ambiente oscurantista. Qui si inserisce in pieno. Continua col figlio Georg, anche lui uomo di successo ma a differenza del padre meno interessato alle problematiche religiose tanto da sposare una gentile, con cui ha un figlio Jegor, il quale, nato in una famiglia mista, vive male l’ambiente circostante, rifiutando la parte ebrea.
Dopo la 1° guerra mondiale e l’avvento del nazionalsocialismo, cominciano i problemi e la persecuzioni. Tutti i Karnowski, come molti altri ebrei, si trasferiscono in America, dove trovano la libertà, ma inizierà per loro la parabola discendente.
Bei personaggi ben descritti, buon ritmo. Forse Isaac è un po’ più brillante nella narrazione, ma anche Israel non scherza. Bello! Promosso.

Raffaella Giatti