Elizabeth Gaskell, Nord e Sud

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Per prima cosa vorrei ringraziare Owlina Fullstop che mi ha fatto conoscere questa scrittrice inglese di cui non avevo mai sentito parlare.
Bellissimo libro, interessante in tutti i suoi risvolti, sociale, politico e con la sua bella storia d’amore che non guasta.

Raffaella Giatti

 

Mary Barton, Elizabeth Gaskell

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Avrei voluto che il mio “Mary Barton” avesse avuto questa copertina, che è un compendio delle atmosfere che si respirano e si assaporano in questa meraviglia drammatica della mia nuova eroina letteraria inglese. Eh sì perchè, la Gaskell glie fa ‘n baffo al caro Dickens amico suo: cittadine impestate di fumo grigio investite dalla nuova rivoluzione industriale, che oltre a portare progresso, si trascina con sè una scia di povertà e disperazione. Ma di quella brutta brutta che obbliga quei dannati a vendere persino le coperte d’estate (perchè ormai non servono più!) al fine di sfamare i familiari. In tutto ciò, l’unico fiore che brilla di luce propria, è proprio la protagonista, rimasta orfana sin dalla tenera età e la cui parabola ci appassiona fino all’ultima pagina. Vicende che la condurranno a Liverpool, donandoci uno sguardo anche sull’Inghilterra mercantile di fine ‘800.
Non c’è un barlume di speranza e gli eventi non fanno che precipitare in un pozzo nero senza fine, ma la narrazione è estremamente scorrevole e in cui spesso fanno capolino commenti estemporanei della scrittrice che precisa quanto non sia abituata al dialetto degli abitanti di quelle zone, augurandosi di far loro giustizia o che si concede anticipazioni sulle quali tornerà in seguito più diffusamente.
Insomma se “Cranford” poteva apparire come un insieme di brevi racconti di impianto “corale” che concorrevano alla descrizione degli abitanti di un’intera cittadina con toni decisamente più leggeri, qui siamo in un romanzo pieno, con tanto di sfondo sociale e lotta proletaria vs datore di lavoro.