L’amore molesto, Elena Ferrante

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Cassius, go sbajà libro! (de novo)
Volevo iniziare la quadrilogia (si dirà così?! la quadriglia? il quartetto?) della Ferrante, chiunque essa sia, ma ho cannato titulo e son partita con L’Amore Molesto, che non c’entra na cippalippa.

Qualcuno l’ha letto?
Io non ne sono stata particolarmente colpita. Un po’ farraginoso, un po’ confuso, mi tratteggia meglio il personaggio della madre morta (nessuno spoiler, è la premessa nonché la prima riga del romanzo) che la protagonista stessa.

È che, nella ricerca a tratti immotivata a tratti vitale (un po’ gliene frega nulla, un po’ ne è febbrilmente ossessionata) delle ragioni del suicidio della genitrice, la protagonista mi è sempre sembrata restare su un livello superficiale, come si lasciasse vivere e sbatacchiare tra gli eventi del romanzo senza volontà propria.
Funzionale e voluto? Tutto per dare maggior risalto alla vera protagonista, che è la madre?

Sarà che la critica lo presenta come un thriller dal finale scioccante (scioccante? M’è parso telefonato e costruito in modo frettoloso e quasi infastidito), che ti incolla alle sue pagine (ettecredo, sono poco più di 100, dove vuoi andare nel frattempo?) e ti mozza il fiato.
Ecco, io la devo piantare con le aspettative.

Sara de Paoli

Storia della bambina perduta, Elena Ferrante

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Allora: finito stanotte (anzi: stamattina all’alba!) l’ultimo tomo della saga L’amica geniale della Ferrante, già ampiamente ben recensita; provo a dire qualcosa anch’io. Per tutta la narrazione dell’amicizia di Lila e Elena, il racconto si intreccia con quello delle vicende italiane, entrambe complicate e drammatiche . Come già ho scritto motivando le scelte migliori dell’anno passato, la Ferrante sa descrivere benissimo quel sentimento totalizzante che è la vera amicizia, capace di dare le stesse gioie e tormenti dell’amore, quella sensazione appagante di sentire comune, di riconoscimento, rispecchiamento nell’altro come conferma di se’. Le due ragazze pur così diverse, anche nei più grandi dolori che la vita riserva, hanno a parer mio comunque la fortuna di attraversare la vita insieme, e anche nei periodi in cui sono lontane la presenza dell’altra rimane un punto fermo. Che per me è fondamentale, avere un punto fermo, e non è mica così scontato. Sullo sfondo, la capacità di raccontare, con etica vibrante al di la’ del giudizio, la storia del difficile periodo della politica italiana, per me emozionante perché vissuto, e tutto il fascino tormentato di una delle più belle e antiche città del mondo, Napoli. Molto bello, non so quanto sia il voto massimo, ma io glielo do’.

Claudia Venturi