Eduardo Galeano – Splendori e miserie del gioco del calcio

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Libro di brevi e semplici aneddoti pallonari scritto con la semplicità e la chiarezza tipica dei grandi autori.

sbaglia chi vede nelle righe di galeano solo una critica al calcio moderno, sempre meno spettacolare e sempre più schiavo di interessi finanziari.

l’autore uruguagio se la prende con i padroni del vapore, ma senza perdere di vista la bellezza del gioco e la magia di tante storie dei suoi protagonisti.

perché il calcio offre a molti una possibilità di riscatto: a chi non è dotato fisicamente la chanche di farla in barba a chi ha il fisico scolpito, a chi passa un’intera settimana da sfruttato novanta minuti in cui evadere dalla quotidianità.

gli aneddoti privilegiano la storia sudamericana, ma il libro è una sorta di storia per istantanee dei mondiali di calcio sino a sudafrica 2010.

con una piccola grande verità: la magia del football, in barba a moralisti e detrattori, è tutta nella gioia dei bambini quando prendono a calci un pallone.

Eduardo Galeano, Splendori e miserie del gioco del calcio

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“Come spiegherebbe a un bambino che cos’è la felicità?”, “Gli darei un pallone per farlo giocare”
Era l’estate del 2000 quando il mio amico Jonny Biserni mi prestò questo libro, lo lessi in un fiato, come una bevanda dissetante, come una boccata d’ossigeno. Raccontava il calcio come non ne avevo mai letto, il calcio come poesia, amore, rispetto, cultura, passione, riscatto, il calcio come religione, sogno e fantasia, racconti epici, eroi immortali. Il calcio come sognavo da bambino, il calcio come dovrebbe essere.
Adios, Eduardo.

Giovanni Sottosanti

Eduardo Galeano (3 settembre 1940 – 13 aprile 2015) aveva scritto di calcio, di America Latina e di vita come pochi al mondo. Ebbe a dire, e questa è una meraviglia: “Che la perfezione sia il noioso privilegio degli dei, viviamoci il nostro disastrato e imperfetto mondo come fosse l’ultima cosa che abbiamo e ogni giorno come fosse il primo da vivere”.

Ermanno Labianca