Carlo Rovelli, Sette brevi lezioni di fisica

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Libretto breve ma denso, che tocca alcuni degli aspetti più importanti della Fisica degli ultimi 100 anni, dall’infinitamente grande all’infinitamente piccolo, con un approccio ovviamente ben poco matematico, ma più speculativo e filosofico.
Sono concetti che, avendo intrapreso studi tecnico-scientifici fin dalle superiori, un po’ mi hanno sempre interessato, e che peraltro in gran parte sono in qualche modo entrati nel nostro immaginario, ma devo ammettere che a leggerli espressi chiaramente tutti insieme si avverte un certo senso di vertigine.

Vertigine doppia, perché da una parte è la realtà descritta che ci lascia smarriti, senza un DOVE e un QUANDO come riferimenti bene o male fissi e inesorabili, dall’altra sono invece le menti che questa realtà l’hanno prima intuita, poi pensata e poi dimostrata che ci fanno sentire davvero piccoli tra i piccoli. Personaggi come Einstein e Bohr, che sono in grado di intuire nelle pieghe della realtà le tracce di qualcosa che va oltre alle loro stesse possibili percezioni possono solo lasciare smarriti e in un certo senso emozionati, come di fronte alla visione di una montagna che si sa benissimo di non avere la minima possibilità di scalare, ma che solo per la sua presenza ci fa sentire contenti di essere lì.

Luca Bacchetti

Carlo Rovelli, Sette brevi lezioni di fisica

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Non conoscevo Carlo Rovelli ma avevo adocchiato questo “Sette brevi lezioni di fisica” in offerta più volte e ho dovuto per forza cedere. Leggere libri di divulgazione scientifica mi piace molto, la fisica mi affascina dai tempi del liceo (classico) e sul comodino ho ancora da leggere i famosi pezzi facili di Feynman.
Sette brevi lezioni, alcune non semplicissime (io e la meccanica quantistica non andiamo d’accordo dai tempi di “Alice nel paese dei quanti”), culturalmente dense, molto più “umanistiche” che scientifiche….
Bel libricino insomma.
Mi devo procurare gli altri di Rovelli.

Francesco M. Landolfi