“Dappertutto mi accorgo di essere fuori posto, di abitare una dissonanza. Riesco a mettere a fuoco solo un pulviscolo di eventi. Sicché, più che mettere insieme frasi, cucio balbuzie, afasie, ricordi che mi sono di ostacolo. Mio padre diceva che i ricordi sono tempo che si vendica, un inutile modo di trattenere il fiato. Mentre scrivo vado in apnea, cerco il fondo di una disperazione trasparente, fatta di voci, di colluttazioni dolcissime.”
Non sono racconti, ma suggestioni. Le suggestioni rievocate dai ricordi attraverso una prosa poetica che ti trascina in mondi sognanti e mitici.
Sono capitoletti da leggere tutto d’un fiato per poi tornare a riassaporarli, pian piano. Una melodia danzante sulla pagina che si apprezza ancor più se si conoscono quei luoghi che ne affiorano come scogli dal mare.
Ha colpito nel segno Lorenzo Zumbo, proprio come la sua terra nel mio cuore.
Grazie Selena Magni per aver suggerito una tale carezza!
“Non ci è dato conoscere niente, le vere storie sono quelle che non si sanno raccontare.”
