Luke Rhinehart – L’uomo dei dadi #lukerhinehart #marcosymarcos

rhinehart

Chi mi conosce (cioè nessuno a parte la Inqui) sa che sono parco nel pubblicare non perché io legga poco ma per pigrizia. Ma mi piace l’idea di innervosire Mr Eco con le mie imbecillità da social network quindi per la prima volta mi produrro’ in una vera recensione.
Il caso volle –lo stesso caso che guarda caso è alla base della teoria dei Dadi trattata nel libro- che io trovassi questo volume nelle mie razzie low-cost alle bancarelle e ne rimanessi totalmente affascinato anzi mesmerizzato.
La trama a grandi linee: uno stimato psicanalista nella NYC fine anni 60 affronta una crisi della mezza età, della routine matrimoniale e della sua carriera lanciandosi (letteralmente) in una sperimentazione senza precedenti sullo sviluppo dei molteplici io che ogni individuo possiede ma ha tarpato per trovare una collocazione precisa nella società ed una identità di riferimento in cui riconoscersi, e lo fa seguendo l’arbitrio ed il capriccio assoluto e cioè lanciando i dadi prima di prendere qualunque decisione.
L’impatto sulla sua vita privata e professionale di tale ricerca è inizialmente devastante; ma col tempo il carisma e l’innocenza con cui il prof. Rhinehart (un personaggio a tutto tondo davvero memorabile) porta avanti questa sperimentazione fanno si’ che i rapporti con la moglie e nel tempo anche con i colleghi psicologi si rifondino su nuove basi a tal punto che il mondo oggettivo/ordinario di chi segue l’ordine costituito e quello casuale/straordinario dei proseliti della Religione del Dado si fondono mettendo in dubbio qualunque certezza il lettore avesse prima di entrare in questa straordinaria rappresentazione della follia schizoide dis/organizzata intenzionalmente.
Questa gioiosa macchina da lettura permette all’autore di alternare episodi di puro funambolismo creativo e situazioni talmente paradossali da farci dubitare di avere mai avuto una vera fantasia, a considerazioni molto profonde sulla identità sessuale sulla necessità di allargare i nostri confini erotici ed anche affettivi e quant’altro.

Corrosivo, spesso esilarante, a volte molto profondo, attualissimo, sicuramente meglio di una terapia psicoanalitica.

Buona lettura.

Victor Von Doom

Da Marcos Y Marcos: http://www.marcosymarcos.com/libri/luomo-dei-dadi/

“Sono stato un marito devoto, un adultero multiplo e un omosessuale sperimentale”.

Psicanalista affermato, ex studente modello, lucido, prestante, Luke Rhinehart conduce una vita “impegnata o, meglio, banale, intricata, in stato di libertà congelata”. Stufo di blaterare di psicanalisi, borsa e orgasmi, di “far passare i propri pazienti da uno stato di stagnazione tormentata a uno stato di stagnazione compiaciuta”, Luke è in crisi. La moglie è splendida, i figli adorabili, ma la famiglia gli appare “una specie di nodo scorsoio teso con infallibile precisione attorno alla gola”. E la psicanalisi, “un lussuoso tranquillante a effetto più che ritardato, soprattutto dubbio”.
Al termine di un’ennesima, paludosa serata di poker, Luke tenta un rimedio alla noia: scorge fra le carte da gioco un dado, e gli “affida” una prima, formidabile decisione a “luci rosse”, che coinvolge la moglie del suo socio e… migliore amico. Ingolosito dagli esiti a dir poco sconvolgenti, Luke non resiste alla tentazione di proseguire il gioco nei giorni successivi. Anche perché il dado reagisce bene, benissimo, si rivela anzi un mezzo oracolo: risponde a ogni domanda, dalla più banale alla più estrema… lanciando, letteralmente, Luke, e con lui uno stuolo sempre più nutrito di “cultori”, in situazioni splendide quanto assurde, allucinanti ma illuminanti, comunque straordinarie.
Capitoli roventi (di sesso) ed esplosioni comiche (da lacrime), animati da una pungente satira di luoghi comuni e cliché della nostra bigia Società del Tardo Impero, hanno fatto dell’Uomo dei dadi un successo clamoroso e duraturo in mezzo mondo.

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.