La vita non è mai una linea retta. E la sua era un’orbita irregolare attorno a una stella oscura, una falena che girava attorno a una lampadina fulminata, alla ricerca della luce che aveva racchiuso.
Perchè di conflitti in giro per il mondo ce n’è a bizzeffe, solo l’imbarazzo della scelta, e resta più facile preoccuparsi per l’avanzare delle rughe, l’aumento dell’adipe, chessò, la calvizie incipiente, le zampe di gallina, la buccia d’arancia, il decesso quotidiano di millemila cellule cerebrali. Oppure si pensa genericamente a queste e a quelle, assecondando l’estro del momento. Ma dico purtuttavia, con tutta l’empatia possibile, c’è troppa roba e della Cecenia no, a parte la Politkoskaja, non so praticamente nulla.
Epperciò come pricisamente sono cascata in questa storia che copre 10 anni, tra il 1994 e il 2004, della storia cecena? aidonnò, proprio no.
Ma nonostante io ignori il prologo (forse una classifica del new york times? vabbè su, non ci incistiamo in questa vana ricerca) so che sto libro qua, ecco, mi ha conquistato completamente.
Del come del perchè e del quando le vite di Achmed, Sonja. Havaa, Natasa, Ramzan, Chasan, Dokka, Ula si incrocino o si sfiorino. Del come e del perchè la guerra esca tutto il peggio o tutto il meglio dalle persone. Dell’orrore e della grazia, della tenerezza e della efferata crudeltà, della poesia, dell’amicizia, dell’amore.
In un paesino semidistrutto e un ospedale fatiscente, nei boschi e nelle case, sulla neve e nelle fosse, la definizione di un dizionario medico. “Solo una voce forniva una definizione adeguata, così la cerchiò con l’inchiostro rosso e la riguardava ogni sera.” Vita: una costellazione di fenomeni vitali – organizzazione, irritabilità, movimento, crescita, riproduzione, adattamento.”
Che libro tremendo. Che bel libro.
Stefania Lazzìa
La fragile costellazione della vita – Anthony Marra
