Jim Peterik with Lisa Torem, Through the Eye of the Tiger

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I would get withering and angry glances from Frank if I moved around too much or stood too close to the front of the stage. I didn’t dare come near him on the few songs that I still played guitar on. There could only be one star guitarist, and it sure wasn’t me.

Jim Peterik with Lisa Torem – Through the Eye of the Tiger

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Jim Peterik è un musicista pressoché sconosciuto al grande pubblico, non parliamo di quello italiano, poi. Eppure è il co-autore di una delle più famose canzoni degli anni ’80 e non solo: quella Eye of the Tiger di Rockyana memoria, a lui commissionata da Stallone in persona dopo aver sentito una canzone dei Survivor, suo gruppo dell’epoca e sua creatura di maggior successo.
Non si tratta comunque di una meteora o di un one hit wonder: in cinquanta anni di carriera musicale ha raccolto successi sia come musicista con le proprie band che come autore per altri (38 Special, Beach Boys, Sammy Hagar…).
In questa autobiografia, Peterik, vero e proprio eroe del genere (non) noto come AOR, ci accompagna un passo alla volta nei percorsi intrapresi sia a livello personale che artistico: dall’infanzia in famiglia agli inizi come fondatore, cantante e chitarrista degli Ides of March a soli quindici anni, autore della storica Vehicle, unico loro successo, ma che successo! Ovviamente, la parte a cui viene dedicato più spazio è quella incentrata sul suo periodo con i Survivor: le gioie ma soprattutto i dolori causati dall’essere passato, in breve tempo, da leader e fondatore a persona oggetto di forte mobbing da parte del chitarrista Frankie Sullivan e dei suoi deliri di onnipotenza.
Certo, questa è la sua versione dei fatti, ma stento a credere che sia andata molto diversamente.
A quasi 65 anni è ancora uno dei personaggi più amati e rispettati nel mondo del rock e non vedo l’ora di rivederlo dal vivo il prossimo 12 aprile a Trezzo sull’Adda nei panni di chitarrista e cantante dei suoi Pride of Lions, tra le band più amate negli ultimi 15 anni in questo genere ormai di nicchia.

Massimo Arena

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