Nonostante apprezzi la Tani come giornalista,questo suo romanzo non mi ha entusiasmato molto.
L’ho trovato un “Beautiful d’antan”: un feuilleton amoroso parecchio melenso, melodrammatico e a tratti anche un po’ ridicolo
Non è proprio brutto, la storia è anche avvincente…ma forse sono io che, arrivata alle soglie dei 40 anni, da un libro mi aspetto qualcosa di più che una serie di intrighi alla “Beautiful”.
Le rendo merito di aver parlato della “stolen generation”, all’interno del romanzo, e delle barbarie perpetrate dai bianchi ai danni degli aborigeni australiani…ma per il resto, niente di che.
Da un libro mi aspetto emozioni, spunti di riflessione e arricchimento interiore….e quest’opera, invece, non mi ha trasmesso niente.
Poco convincente.
Cinzia N. Cappelli
