Red or dead, bill shankly, David Peace

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monumentale opera destinata quasi esclusivamente – purtroppo, vista la qualità della scrittura – a calciofili nostalgici. non tanto del calcio di una volta (non scherziamo: il gioco era più lento, gli stadi invivibili e una ripresa tv decente una chimera), quanto delle sue storie edificanti.

“red or dead”, 700 pagine. la storia romanzata di bill shankly. quindi la storia del liverpool football club. perché la vita di quell’allenatore, socialista e scozzese come tantissimi altri grandi manager del football britannico, coincidono.

una scrittura volutamente ossessiva e ripetitiva (interi capitoli di frasi identiche, zeppi di nomi propri e formule reiterate) ripercorre le venti stagioni e passa in cui la squadra passò dalle serie minori ai vertici nazionali e europei.

la seconda parte riguarda l’abbandono del ruolo, ai margini della vita ufficiale del club ma sempre nel cuore dei tifosi.

dopo quello (più snello) su clough (lo splendido “il maledetto united”), david peace regala un altro grande ritratto.

ora, per chiudere la serie, ci vorrebbe un’opera dedicata al “mio” – per quanto catalogare questi romanzi nell’editoria tifosa sarebbe un crimine – manchester united: tra matt busby e alex ferguson, la scelta fra grandi personaggi è ampia.

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