Ken Follett – I giorni dell’eternità

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Il Folletto trullallà era invece un bel po’ che non lo prendevo in mano, ma mi pareva se ne fosse parlato su queste pagine non troppo tempo fa.
In soldoni, nella fretta e guidata dalla succitata scarsità di scelta, mi sono comprata l’ultimo capitolo di una trilogia. Sia ben chiaro, si lascia leggere benone anche senza i capitoli precedenti, che comunque penso proverò ad affrontare a breve. Racconta le storie più o meno collegate di alcune famiglie europee e statunitensi negli anni della guerra fredda, all’incirca dal ’60 all’89, con la caduta del Muro a fare da gran finale.
I protagonisti sono prodotti diretti delle marachelle sentimentali di nonnetti arzilli che nel corso dei primi due volumi avevano trombicchiato a destra e a manca, dando origine ad una stirpe sparpagliata per il mondo, multietnica, variopinta e decisamente allegra. Tutta sta folla di gente intreccia le proprie vite con la Storia, e la cosa è decisamente affascinante: gli equilibri, la politica, il comunismo, la vita nel blocco sovietico, le lotte per i diritti civili in America, gli omicidi dei fratelli Kennedy e di M. L. King, il Vietnam, l’avvicendarsi dei vertici dell’URSS e delle loro diverse linee di condotta, tutto concorre a creare un grande affresco, divulgativo quanto vi pare ma godibilissimo (Eco ne ha detto peste e corna, io non condivido la sua posizione) che l’autore ci rende ancor più vicino intessendolo delle storie di amore, relazioni familiari, carriera, fede dei personaggi “minori”. Nei primi tre quarti buoni il libro ti ci porta davvero, a prendere decisioni impossibili con Kennedy e a costruire tutte le ipotesi e conseguenze delle azioni di Kruscev, a scavalcare il Muro con le pallottole che ti fischiano intorno e a capire quand’è che una spia del KGB o della CIA ti sta pedinando.
Poi però Follet scivola. Da Nixon in poi te la racconta con salti temporali enormi, laddove prima avanzava di anno in anno nella narrazione. I personaggi invecchiano di dieci anni da un capitolo all’altro, i leader del mondo si susseguono e si sostituiscono gli uni agli altri senza che nessuno te l’abbia detto, inizi a vedere la Storia da lontano, non ne cogli più appieno equilibri e meccanismi e anche i protagonisti fanno scelte che sembrano affrettate, immotivate, poco approfondite. Ora, mi rendo conto che se fosse andato avanti per tutto il libro con lo stesso grado di approfondimento della prima parte, probabilmente invece che 1200 pagine ne avrebbe prodotte 3000. Tuttavia mi sono sentita un po’ defraudata, come se mi avessero mostrato un gioco bellissimo e poi me l’avessero tolto senza tante spiegazioni.
Ecco, non so se sono stata spiegata…

Sara De Paoli

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