Nicolai Lilin, Educazione siberiana

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Non mi ha fatto venire una gran voglia di continuare con gli altri due capitoli della trilogia, però è stato un modo leggero e interessante di passare qualche serata. Non un vero e proprio romanzo, sembra più un documentario su carta, tutto fatto di aneddoti, racconti e piccoli episodi dell’infanzia di Lilin giustapposti senza un nesso apparente, se non forse quello di ripercorrere e spiegare con esempi concreti la miriade di leggi non scitte che regolano la vita dei criminali siberiani. La lingua – credo volutamente – poco sorvegliata (congiuntivi a scacchiera, pronomi e costrutti a volte creativi) per rendere il modo in cui lui davvero parla in italiano, ottiene anche il risultato collaterale di fartelo facilmente immaginare ragazzino. Uno scorcio interessante di un mondo che non esiste già più.

Sara De Paoli

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